L'essenza del rilassamento
Materiali
“Il
rilassamento è uno stato di cose in cui la tua energia non sente il
bisogno di andare da nessuna parte: non va verso il futuro, non va
verso il passato; è semplicemente lì presente con te. La pozza
silenziosa della tua energia, il calore della tua energia, ti
avvolge. Il momento presente è tutto: non c’è altro momento. Il
tempo si ferma; e c’è il rilassamento. Finché c’è il tempo,
non c’è rilassamento. L’orologio si ferma, il tempo non c’è
più. Il momento presente è tutto. Non chiedi altro, semplicemente
godi del presente. Godi della bellezza delle cose ordinarie. In
realtà non c’è nulla di ordinario: se Dio esiste, tutto è
straordinario.”
Osho
Raineesh, “Tantra, la comprensione suprema”, Bompiani, p.77
“Qui ed ora”
Questo
passo del grande maestro indiano, coglie l’essenza di ciò che
davvero è il rilassamento, nella sua dimensione esistenziale,
ontologica, al di là delle superficialità psicofisiologiche.
L’uomo
occidentale, essenzialmente “uomo in viaggio”, “uomo al
volante”, è sempre “altrove”, se non altro con la sua mente. È
sempre tutto preso a ricordare il passato (il rimpianto, il rimorso,
il risentimento, ecc.) o proiettato verso il futuro (progetti,
timori, incertezze, speranze, ecc.). Ma, disgraziatamente, il passato
non è più, e il futuro non è ancora. In questo modo l’essere
umano rischia di vivere l’intera sua vita proiettandosi in uno
strano non-tempo.
Non
c’è da stupire che sia preda dell’angoscia: chi accetterebbe,
deliberatamente, di costruire tutta la sua vita su due dimensioni
esistenziali che di fatto non esistono?
Purtroppo,
paradossalmente, è ciò che fa la maggior parte di noi per quasi
tutta la propria vita. Non vive l’unica dimensione reale che
esiste, quella del presente: Non la assapora fino in fondo, non ne
gusta il nettare, per gettare permanentemente la propria mente verso
due dimensioni temporali fittizie.
Il
rilassamento, nella sua essenza profonda, è esattamente questo
atteggiamento esistenziale: vivere intensamente, totalmente, il
presente.
Percepirlo
come “perfetto” (nel senso di “compiuto” e non in quello di
“felice”). Sentire profondamente che la vita è tutta “qui e
adesso”, che ogni istante è stracolmo di vita divina e dischiude
una dimensione che supera il tempo. Non c’è nessun luogo dove
andare, nulla da fare, nessuna scelta da decidere.
I
“ricercatori spirituali” si angosciano per anni nel fuoco della
ricerca: gli “illuminati” concordano invece nell’affermare che
non c’è proprio nulla da cercare, perché tutto è già qui, una
pienezza offerta istante per istante che deve soltanto essere colta
portando pienamente la propria concentrazione e consapevolezza sul
presente.
Siamo
lontani anni luce dal “carpe diem”! Nella prospettiva di tutti i
grandi saggi orientali l’istante non è affatto l’ancora a cui
aggrapparsi disperatamente per resistere ad un tempo assassino che
divora ogni cosa. Tutt’altro: l’istante è il “luogo” in cui
il tempo viene meno, esplode, per fare posto all’eternità che è
dappertutto in ogni momento.
Una
cosa è certa. Se non si riesce a maturare questo atteggiamento nei
confronti del tempo e della vita, il rilassamento vero, quello
dell’anima, non sarà mai raggiunto. Tutt’al più si potrà un
po’ ridurre lo stress ricorrendo a varie tecniche, ma si tratterà
sempre di un risultato superficiale.