L'essenza del rilassamento

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L'essenza del rilassamento

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Pubblicato da Luigi Lacchini in psicologia · 29 Aprile 2020
Tags: rilassamentostressOsho


“Il rilassamento è uno stato di cose in cui la tua energia non sente il bisogno di andare da nessuna parte: non va verso il futuro, non va verso il passato; è semplicemente lì presente con te. La pozza silenziosa della tua energia, il calore della tua energia, ti avvolge. Il momento presente è tutto: non c’è altro momento. Il tempo si ferma; e c’è il rilassamento. Finché c’è il tempo, non c’è rilassamento. L’orologio si ferma, il tempo non c’è più. Il momento presente è tutto. Non chiedi altro, semplicemente godi del presente. Godi della bellezza delle cose ordinarie. In realtà non c’è nulla di ordinario: se Dio esiste, tutto è straordinario.”

Osho Raineesh, “Tantra, la comprensione suprema”, Bompiani, p.77

“Qui ed ora”

Questo passo del grande maestro indiano, coglie l’essenza di ciò che davvero è il rilassamento, nella sua dimensione esistenziale, ontologica, al di là delle superficialità psicofisiologiche.
L’uomo occidentale, essenzialmente “uomo in viaggio”, “uomo al volante”, è sempre “altrove”, se non altro con la sua mente. È sempre tutto preso a ricordare il passato (il rimpianto, il rimorso, il risentimento, ecc.) o proiettato verso il futuro (progetti, timori, incertezze, speranze, ecc.). Ma, disgraziatamente, il passato non è più, e il futuro non è ancora. In questo modo l’essere umano rischia di vivere l’intera sua vita proiettandosi in uno strano non-tempo.

Non c’è da stupire che sia preda dell’angoscia: chi accetterebbe, deliberatamente, di costruire tutta la sua vita su due dimensioni esistenziali che di fatto non esistono?
Purtroppo, paradossalmente, è ciò che fa la maggior parte di noi per quasi tutta la propria vita. Non vive l’unica dimensione reale che esiste, quella del presente: Non la assapora fino in fondo, non ne gusta il nettare, per gettare permanentemente la propria mente verso due dimensioni temporali fittizie.


Il rilassamento, nella sua essenza profonda, è esattamente questo atteggiamento esistenziale: vivere intensamente, totalmente, il presente.
Percepirlo come “perfetto” (nel senso di “compiuto” e non in quello di “felice”). Sentire profondamente che la vita è tutta “qui e adesso”, che ogni istante è stracolmo di vita divina e dischiude una dimensione che supera il tempo. Non c’è nessun luogo dove andare, nulla da fare, nessuna scelta da decidere.
I “ricercatori spirituali” si angosciano per anni nel fuoco della ricerca: gli “illuminati” concordano invece nell’affermare che non c’è proprio nulla da cercare, perché tutto è già qui, una pienezza offerta istante per istante che deve soltanto essere colta portando pienamente la propria concentrazione e consapevolezza sul presente.

Siamo lontani anni luce dal “carpe diem”! Nella prospettiva di tutti i grandi saggi orientali l’istante non è affatto l’ancora a cui aggrapparsi disperatamente per resistere ad un tempo assassino che divora ogni cosa. Tutt’altro: l’istante è il “luogo” in cui il tempo viene meno, esplode, per fare posto all’eternità che è dappertutto in ogni momento.
Una cosa è certa. Se non si riesce a maturare questo atteggiamento nei confronti del tempo e della vita, il rilassamento vero, quello dell’anima, non sarà mai raggiunto. Tutt’al più si potrà un po’ ridurre lo stress ricorrendo a varie tecniche, ma si tratterà sempre di un risultato superficiale.



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